Tra le novità previste dalla riforma costituzionale del 2001, una riguarda l’articolo 119, che al comma 4 (e non al quinto) dice che «la legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante».
Secondo il nuovo governo, la realizzazione di questo fondo – ad oggi non ancora avvenuta – è imprescindibile nel processo di concessione di maggiore autonomia alle regioni che ne hanno fatto richiesta.
Inoltre, è la stessa Costituzione, all’articolo 116, a dire che «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» possono essere date «nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119», citato nella promessa.
«La nostra proposta è quella di costruire un fondo pluriennale di perequazione», ha detto a settembre 2019 il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia in un’intervista a Il Messaggero.
Il 28 febbraio 2018, l’allora governo Gentiloni aveva siglato tre distinti accordi preliminari con le tre regioni che avevano chiesto più autonomia: Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Ma nonostante quella che sembrava essere una svolta nel processo di negoziazione degli accordi tra il governo e le tre regioni menzionate, il precedente governo Lega-M5s non ha preso alcuna decisione significativa in materia.