Ogni anno, l’Unione europea fornisce un quadro generale sullo stato delle infrastrutture e dei trasporti nei singoli Stati membri.
La Direzione generale Mobilità e trasporti (Dg Move) della Commissione Ue pubblica infatti sul proprio sito un “tabellone” (scoreboard) in cui ad ogni Paese europeo viene dato un punteggio in base a nove indicatori specifici, più uno generale.
Quest’ultimo (Overall country rank) posiziona l’Italia al diciannovesimo posto su 28. Gli indicatori spaziano dall’efficienza dei trasporti – su ruota, ferrovia o nave – al completamento delle reti infrastrutturali transeuropee e alla puntualità delle spedizioni.
L’Italia è ventesima su 26 in fatto di “Efficienza dei servizi ferroviari”. Il dato proviene da un’indagine del World Economic Forum, fondazione no profit che organizza il famoso meeting di Davos e altre attività di studio e discussione, che prende in considerazione frequenza, puntualità, velocità e costo dei treni.
Il nostro Paese è poi diciottesimo su 23 (mancano, per evidenti ragioni geografiche, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Ungheria, Austria e Slovacchia) quanto a “Efficienza dei servizi portuali”, ventesimo su 28 nella “Efficienza dei servizi di trasporto aereo” e diciannovesimo su 28 per “Qualità delle strade”. Anche in questi casi i dati provengono dal World Economic Forum.
Negli indici che riguardano il completamento del nucleo centrale delle Reti Transeuropee di trasporto (“Trans-European Transport Network”, o Ten-t), l’Italia ha una buona performance in quelle stradali (dodicesimi su 28) e ferroviarie convenzionali (dodicesimi su 26, mancano Malta e Cipro).
Per le ferroviarie dell’alta velocità che rientrano nella rete fondamentale Ten-t (come la Tav Torino-Lione, ad esempio) il nostro Paese è ottavo su 21, ma si trova però al di sotto della media europea se consideriamo solo i 10 Paesi che hanno già cominciato a costruire quella rete.