La Costituzione italiana prevede principalmente due tipi di referendum popolare, pensati per coinvolgere direttamente i cittadini nelle scelte delle istituzioni a livello nazionale.
Il primo è quello abrogativo, per abrogare leggi o parti di leggi (con alcune limitazioni). Al referendum abrogativo si aggiunge poi quello costituzionale (art. 138), per confermare – o respingere – eventuali modifiche introdotto dal Parlamento alla Costituzione.
Infine, c’è il cosiddetto “referendum di indirizzo” – non previsto dalla Costituzione – che ha un unico precedente nella storia italiana, quando nel 1989 il Parlamento ha approvato una legge costituzionale ad hoc (n. 2 del 3 aprile 1989) per dare la possibilità (una volta sola) di organizzare un referendum di fatto consultivo sul tema della trasformazione delle Comunità europee in una Unione a tutti gli effetti.
Il precedente governo Lega-M5s aveva promesso di riformare la Carta costituzionale, introducendo il referendum propositivo e potenziando quello abrogativo. Al 20 settembre 2019, entrambe le proposte legislative sono in esame in commissione al Senato.