I prodotti agroalimentari nazionali italiani (Pat) sono raccolti in uno specifico elenco stilato dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) in collaborazione con le regioni. L’elenco dei prodotti che rientrano in questa categoria viene aggiornato annualmente dal Mipaaf.
Attraverso uno specifico sistema di identificazione e tutela l’Unione europea si impegna a proteggere i prodotti tipici e tradizionali provenienti dai diversi Stati dell’Ue. I tre marchi europei che sanciscono la qualità di un prodotto sono: la Denominazione di origine protetta (Dop), l’Indicazione geografica protetta (Igp) e la Specialità tradizionale garantita (Stg). Qui la lista di quelli italiani.
Come ammesso dalla Commissione europea a febbraio 2018, alcuni accordi commerciali stipulati dall’Unione «faticano in alcuni Paesi a contrastare il cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding […]. Tuttavia, la liberalizzazione del commercio verso paesi extra-Ue di una gamma di prodotti Dop e Igp europei, contraddistinti da un maschio di eccellenza, attribuisce due vantaggi: l’abbassamento dei costi di esportazione e la credibilità di un marchio di origine in grado di influenzare positivamente il consumatore». Questi elementi – a detta dell’Ue – permetterebbero ai prodotti europei e italiani di conquistare fette di mercato sempre più consistenti.
Il governo Conte I aveva promesso di voler rendere accordi «misti» i trattati internazionali che riguardano l’agricoltura così che l’intervento dei Parlamenti dei singoli Stati membri assumesse una maggiore rilevanza. La promessa non era stata mantenuta.